martedì 4 agosto 2015

DESCRITTIONE DELLA CITTÀ DI RIETI

di Pompeo Angelotti  (1635) - Seconda parte

Ma giacchè sopra abbiamo fatto menzione delle Marmora, sarà bene spiegar la loro Etimologia.


Sono dunque le marmora, come alcuni vogliono, così dette ab aquarum murmure (il rombo dell’acqua), facendo nella caduta tanto strepito, che pare, per così dire, che si squarcino, e si spetrino tutti quei monti vicini. Quivi il fiume Velino defluisce nel Nera. Quel Velino, dico, che essendo detto della Ninfa Velia, che ivi soggiornava, placidamente nascendo da due fontane, uno vicino a Civita Reale (Cittàreale n.d.a.), e l’altro sopra Antrodoco, Diocesi di Rieti, se ne va serpendo con salutifiche onde, tra sulfuree vene, per le amene valli, e felici contrade di Rieti; separando la Città in due parti, si naviga fin alle dette Marmora: produce la trota e la tinca, che non altra spina, che la grossa in mezzo.
 


L’acqua sua, come riferisce Plinio, è salutifera contro la Pietra, ovvero Calculo: di più indurisce le unghie dei giumenti, che in essa guazzano. Soggiunge lo stesso, che, gettandosi nel Lago Velino qualsivoglia materia, anche di legno, in breve con nuova metamorfosi, si tramuta in sasso. E certo che questo miracolo di natura non procede dall’acqua: perché sarebbe Plinio contrario a se stesso, mentr’afferma, che detta acqua è rimedio contro il Calculo.


Onde credo, che alveo, nel quale l’acqua corre, sia il genitore della pietra: la quale, aggiunto il grande, che fa rompendosi alle Marmora; con quella spuma vien’a produrre tal’effetto: perciò disse lo stesso Plinio: “in agro Reatino petra crescit”.


…crescendo la pietra, bisogna a volte col ferro aprire il vado, per lo quale si scarica il fiume nella soggetta Nera: altrimenti sommergerebbe i vicini paesi.


Marco Curio Console fu il primo, che 273 anni avanti alla venuta del nostro Redentore, aprì quella crescente montagna. Onde fu chiamata la Curiana, secondo che la curiosa penna del Signor Giacinto Gigli nella sua Chronologia di Roma scrive, e come Cicerone, testimone di vista, riferisce ad Attico, nel Libro IV Epistola XIV, poiché, essendo chiamato dai Reatini contro li Ternani, che ripugnavano perché non si dilatasse più la bocca del fiume Velino. ...

Fine seconda parte

 

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