lunedì 28 settembre 2015

MODI DI DIRE REATINI



Si dice quando si vuole far capire di aver pazienza perché quella cosa si verificherà, puntualmente.
Bisogna, dunque, non avere fretta ma aspettare solamente, con molta fiducia, il momento e il luogo opportuni.
da "Modi di dire reatini di ieri, di oggi" a cura di Sofonisba Antonetti

lunedì 21 settembre 2015

MODI DI DIRE REATINI

Si dice di persona che vuole avere ragione a tutti i costi. 
Parlare con questa persona è tanto difficoltoso quanto gareggiare nella corsa con un lepre.
da "Modi di dire reatini di ieri, di oggi" a cura di Sofonisba Antonetti

lunedì 14 settembre 2015

MODI DI DIRE REATINI


Risponde così una donna a cui vieni riferito che qualcuno sta sparlando di lei, che la sta calunniando. La risposta, detta in modo deciso, sta a significare che quella cattiveria o calunnia non la toccano, ma anzi le danno la possibilità di ribadire con fermezza le proprie virtù che, proprio nel momento della calunnia, maggiormente vengono fuori.
«È inutile che iscùru, qué se iscùru, se pózzu ccie soli! Tantu a mi me mittu un fiore n péttu!».
Si aggiungeva anche: «Tantu... a li calunniatori pene e guai!».
da "Modi di dire reatini di ieri, di oggi" a cura di Sofonisba Antonetti

venerdì 11 settembre 2015

UNA CARTOLINA DAL PASSATO

Chiesa di San Giovanni in Statua (situata nella piazza del Comune,oggi Piazza Vittorio Emanuele II, fu demolita nel 1928)

martedì 8 settembre 2015

DESCRITTIONE DELLA CITTÀ DI RIETI

di Pompeo Angelotti (1635) - Capo IV - Quarta parte


Fuori di questa Porta nella cima di alto ma commodissimo monte, vedesi l’antica Chiesa dedicata a San Marone Martire Reatino: dov’esso fu martirizzato; e le sue reliquie si conservano. Questo luogo nuovamente in vaga forma ristorato, è Convento, e Novitiato de’ Reverendi Padri Cappuccini, che col sudore di molti anni hanno ridotto quel monte per circuito d’un miglio, in forma di vago e delititoso Giardino cinto di ben fondate muraglie e smisurati macigni, alle cui venerande vestiggia disorgogliato cheto sogggiacendo il Velino non sai se attonito, o riverente adori la Deità nel Tempio, o ammiri la struttura del monte. Incontro nel piano vedesi l’antica Chiesa di S. Eleutherio, e già Monasterio di Santi Monaci: nel qual fiorì S. Stefano Abbate Reatino. Vicin’a questo Monasterio sorge un salutifero fonte, la cui Acqua gl’infermi con divotione gustando, restano sani.

lunedì 7 settembre 2015

MODI DI DIRE REATINI





Ama Dio, pregalo ma pensa tu a te stesso.
«Come sta'? Te tròo bene!»
«Eh, rengrazienno Dio! Come se ice: Ama Dio e goèrnate!» 

 da "Modi di dire reatini di ieri, di oggi" a cura di Sofonisba Antonetti

martedì 1 settembre 2015

DESCRITTIONE DELLA CITTÀ DI RIETI

di Pompeo Angelotti (1635) - Capo IV - Terza parte


Il Vescouvado ha una vastissima sala, dalla vecchiaia affatto imbrunita, molto proporzionata al numeroso Sinodo Diocesano, che in essa è solito farsi. Il Palazzo, per esser antico, ha più di maestoso, che del vago: è stato però ben spesso habitato da Romani Pontefici. A punto in questo sito era il tempio della Dea Rea¹, già Madre dell’antica gentilità, habitante in questa Città: e poco più avanti fu l’Anfiteatro², e Palazzo di Vespasiano Flavio Imperatore³. Segue questa ben’habitata contrada fin’a Porta Cinthia, nome hereditato da Rea, ancora Berecinthia chiamata. Ma, prima di passar più avanti, sarà dilettevole rimirar la Chiesa del Patriarca S. Domenico, non inferiore a quella di San Francesco, fatta con la stessa architettura, e da divoti della Compagnia del Santissimo Nome di Gesù, e del Santissimo Rosario divotamente riverita. Annesso si vede il Convento de’Padri Predicatori co’l Novitiato, e co’l Chiostro vagamente storiato di sante imprese della Beata Vergine Colomba da Rieti, Monaca dello stess’Ordine, e fondatrice d’un Monasterio di Perugia, quale co’l nome di lui si chiama: com’affermano, oltr’a frà Sebastiano Perugino Teologo dell’ordine de’Predicatori, che distesamente ha scritto la miracolosa vita della Beata, con proporzionato eleogio…