lunedì 28 dicembre 2015

MODI DI DIRE REATINI


Come dire: non vale nulla. il càciu marcéttu era un formaggio nella cui grana spesso si trovavano dei vermetti piccoli e bianchi che forse erano stati prodotti da qualche mosca che là avevano deposto le uova. 
Per alcuni estimatori questo tipo di formaggio era considerato una vera prelibatezza.

da "Modi di dire reatini di ieri, di oggi" a cura di Sofonisba Antonetti

mercoledì 23 dicembre 2015

lunedì 21 dicembre 2015

MODI DI DIRE REATINI


Riferito a quella persona che ama trascorrere il proprio tempo andando di casa in casa di amici e conoscenti. 

sabato 19 dicembre 2015

MODI DI DIRE REATINI


Una volta a Rieti c'era Fronzetti. Era una specie di Mastruraddrizza, colui che trovava rimedio a tutto, insomma una specie di mago. 

martedì 15 dicembre 2015

UNA CARTOLINA DAL PASSATO

Rieti - Via Roma - Palazzo Vecchiarelli - 1902

MODI DI DIRE REATINI


Il modo di dire è riferito a persona che vive in povertà, che non possiede più nulla.

«Ciavatta - sta' co' 'na scarpa e 'na ciavatta - essere ancora in disordine (al mattino) oppure (col verbo Restà) esser ridotto in condizioni miserevoli: in tal caso alcuni aggiungono È un bucio a la carzétta», U. Rolandi, Aggiunte e postille al Vocabolario romanesco di Filippo Chiappini.

da "Modi di dire reatini di ieri, di oggi" a cura di Sofonisba Antonetti

lunedì 30 novembre 2015

MODI DI DIRE REATINI

Cammina tronfio dandosi importanza. Ostenta una superiorità quasi a chiedere che gli altri si inchinino al suo passare

da "Modi di dire reatini di ieri, di oggi" a cura di Sofonisba Antonetti

venerdì 27 novembre 2015

giovedì 26 novembre 2015

MODI DI DIRE REATINI

Con il primo detto ci si rivolge a chi si avvia con molto ritardo verso qualche luogo (quando un negozio sta per chiudere, quando una festa è già quasi alla conclusione) così come chi si avvia per andare in chiesa quando la messa è già finita.

sabato 21 novembre 2015

lunedì 2 novembre 2015

MODI DI DIRE REATINI


Si dice a chi vuole uscire di casaa tutti i costi nonostante il freddo pungente.

Le tìcchje sono le tarme e andarsele a togliere di dosso vuol dire esporsi al freddo. Infatti, d'inverno, si usava appendere dalla finestra, al gelo della notte, gli indumenti di lana aggrediti dalle tarme poiché si riteneva che il freddo le uccidesse. «Coscì se stìcchjanu!» si diceva.

da "Modi di dire reatini di ieri, di oggi" a cura di Sofonisba Antonetti

mercoledì 28 ottobre 2015

MODI DI DIRE REATINI





È un modo di dire ormai in disuso e si diceva di colui che si presentava a mani vuote in una casa dove era stato invitato.

da "Modi di dire reatini di ieri, di oggi" a cura di Sofonisba Antonetti

martedì 27 ottobre 2015

XII GIORNATA NAZIONALE DEL TREKKING URBANO - RIETI 2015




IL MESSAGGERO
  
RIETI - Aperte le iscrizioni per la XII Giornata nazionale del Trekking Urbano.
"Il Comune di Rieti, in collaborazione con il Club Alpino Italiano Sezione di Rieti e la Caserma Verdirosi - spiega una nota del Comune - anche quest’anno, ha aderito alla XII giornata Nazionale del Trekking Urbano, in programma il 31 ottobre e il 1° novembre. Nell’ambito dell’iniziativa i partecipanti potranno conoscere il centro storico di Rieti accompagnati da una guida turistica e dai volontari del Cai".

martedì 20 ottobre 2015

MODI DI DIRE REATINI


È astu il cane che ha contratto la rabbia. Il modo di dire è riferito a quella persona che si affanna per arraffare ogni cosa perché, mai sazia, vorrebbe sempre di più. In senso figurato ha come una vera e propria malattia che lo agita, così come un cane malato di rabbia che non ha pace e corre affannosamente con la bava alla bocca.

da "Modi di dire reatini di ieri, di oggi" a cura di Sofonisba Antonetti

mercoledì 14 ottobre 2015

FAI MARATHON A RIETI


Oltre 3.500 volontari, 130 citta' tra cui Rieti, 500 luoghi: questi i numeri della quarta edizione di ''FAIMARATHON'. Con Il Gioco del Lotto e il FAI. Una Giornata FAI d'autunno alla scoperta di un'Italia diversa'', evento nazionale patrocinato dal Ministero dei beni e delle attivita' culturali e del turismo e dalla RAI, in programma domenica 18 ottobre curato, per la prima volta, dai volontari dei Gruppi FAI Giovani e realizzato grazie alla partnership con Il Gioco del Lotto, a sostegno della campagna di raccolta fondi 'Ricordiamoci di salvare l'Italia', attiva nel mese di ottobre

lunedì 12 ottobre 2015

MODI DI DIRE REATINI


È un modo scherzoso per sottolineare e ridimensionare la boria di una persona che si vanta di possedere molto o che crede di sapere molto.
Il modo di dire nasce da una storiella che era molto in voga tra il popolo. 

venerdì 9 ottobre 2015

UNA CARTOLINA DAL PASSATO

Rieti - Zuccherificio

Nel 1873 fu inaugurato il primo zuccherificio italiano, che dal 1887, grazie ad Emilio Maraini, iniziò a produrre su scala nazionale.

lunedì 5 ottobre 2015

MODI DI DIRE REATINI


Si dice come ammonimento a persona che non valuta le possibili conseguenze di un'azione di cui sono prevedibili gli effetti.

da "Modi di dire reatini di ieri, di oggi" a cura di Sofonisba Antonetti

lunedì 28 settembre 2015

MODI DI DIRE REATINI



Si dice quando si vuole far capire di aver pazienza perché quella cosa si verificherà, puntualmente.
Bisogna, dunque, non avere fretta ma aspettare solamente, con molta fiducia, il momento e il luogo opportuni.
da "Modi di dire reatini di ieri, di oggi" a cura di Sofonisba Antonetti

lunedì 21 settembre 2015

MODI DI DIRE REATINI

Si dice di persona che vuole avere ragione a tutti i costi. 
Parlare con questa persona è tanto difficoltoso quanto gareggiare nella corsa con un lepre.
da "Modi di dire reatini di ieri, di oggi" a cura di Sofonisba Antonetti

lunedì 14 settembre 2015

MODI DI DIRE REATINI


Risponde così una donna a cui vieni riferito che qualcuno sta sparlando di lei, che la sta calunniando. La risposta, detta in modo deciso, sta a significare che quella cattiveria o calunnia non la toccano, ma anzi le danno la possibilità di ribadire con fermezza le proprie virtù che, proprio nel momento della calunnia, maggiormente vengono fuori.
«È inutile che iscùru, qué se iscùru, se pózzu ccie soli! Tantu a mi me mittu un fiore n péttu!».
Si aggiungeva anche: «Tantu... a li calunniatori pene e guai!».
da "Modi di dire reatini di ieri, di oggi" a cura di Sofonisba Antonetti

venerdì 11 settembre 2015

UNA CARTOLINA DAL PASSATO

Chiesa di San Giovanni in Statua (situata nella piazza del Comune,oggi Piazza Vittorio Emanuele II, fu demolita nel 1928)

martedì 8 settembre 2015

DESCRITTIONE DELLA CITTÀ DI RIETI

di Pompeo Angelotti (1635) - Capo IV - Quarta parte


Fuori di questa Porta nella cima di alto ma commodissimo monte, vedesi l’antica Chiesa dedicata a San Marone Martire Reatino: dov’esso fu martirizzato; e le sue reliquie si conservano. Questo luogo nuovamente in vaga forma ristorato, è Convento, e Novitiato de’ Reverendi Padri Cappuccini, che col sudore di molti anni hanno ridotto quel monte per circuito d’un miglio, in forma di vago e delititoso Giardino cinto di ben fondate muraglie e smisurati macigni, alle cui venerande vestiggia disorgogliato cheto sogggiacendo il Velino non sai se attonito, o riverente adori la Deità nel Tempio, o ammiri la struttura del monte. Incontro nel piano vedesi l’antica Chiesa di S. Eleutherio, e già Monasterio di Santi Monaci: nel qual fiorì S. Stefano Abbate Reatino. Vicin’a questo Monasterio sorge un salutifero fonte, la cui Acqua gl’infermi con divotione gustando, restano sani.

lunedì 7 settembre 2015

MODI DI DIRE REATINI





Ama Dio, pregalo ma pensa tu a te stesso.
«Come sta'? Te tròo bene!»
«Eh, rengrazienno Dio! Come se ice: Ama Dio e goèrnate!» 

 da "Modi di dire reatini di ieri, di oggi" a cura di Sofonisba Antonetti

martedì 1 settembre 2015

DESCRITTIONE DELLA CITTÀ DI RIETI

di Pompeo Angelotti (1635) - Capo IV - Terza parte


Il Vescouvado ha una vastissima sala, dalla vecchiaia affatto imbrunita, molto proporzionata al numeroso Sinodo Diocesano, che in essa è solito farsi. Il Palazzo, per esser antico, ha più di maestoso, che del vago: è stato però ben spesso habitato da Romani Pontefici. A punto in questo sito era il tempio della Dea Rea¹, già Madre dell’antica gentilità, habitante in questa Città: e poco più avanti fu l’Anfiteatro², e Palazzo di Vespasiano Flavio Imperatore³. Segue questa ben’habitata contrada fin’a Porta Cinthia, nome hereditato da Rea, ancora Berecinthia chiamata. Ma, prima di passar più avanti, sarà dilettevole rimirar la Chiesa del Patriarca S. Domenico, non inferiore a quella di San Francesco, fatta con la stessa architettura, e da divoti della Compagnia del Santissimo Nome di Gesù, e del Santissimo Rosario divotamente riverita. Annesso si vede il Convento de’Padri Predicatori co’l Novitiato, e co’l Chiostro vagamente storiato di sante imprese della Beata Vergine Colomba da Rieti, Monaca dello stess’Ordine, e fondatrice d’un Monasterio di Perugia, quale co’l nome di lui si chiama: com’affermano, oltr’a frà Sebastiano Perugino Teologo dell’ordine de’Predicatori, che distesamente ha scritto la miracolosa vita della Beata, con proporzionato eleogio…


lunedì 31 agosto 2015

MODI DI DIRE REATINI


Si dice per indicare qualcosa ormai in disuso ma anche quando si vuole fare riferimento a tempi molto lontani. Infatti il modo di dire completo recita: «A li témpi de Checch'e Nina ... quannu parlavanu le séppe». Le séppe sono i ramoscelli dei cespugli secchi che, mossi dal vento, emettono un crepitio che il popolino interpretava come parole.

da "Modi di dire reatini di ieri, di oggi" a cura di Sofonisba Antonetti

martedì 25 agosto 2015

DESCRITTIONE DELLA CITTÀ DI RIETI

di Pompeo Angelotti (1635) - Capo IV - Seconda parte



Ritornando poi da capo per la diritta strada di Ponte, che a dirittura conduce al Palazzo, è dal destro e sinistro lato d’antiche, e moderne fabriche fornita… Quivi si vede l’antica Chiesa Parochiale di San Pietro Apostolo: poi seguono molti edifici, che per lo più aprono di sotto botteghe di comodissimi Artisti, e ricchi Mercanti.
Dopo lunga via, arrivasi nella Piazza, nel cui mezo (ch’è di proporzionata grandezza) scorgesi un’antica Colonna, vicini alla quale in questi ultim’anni, per opera de’Cittadini sorge un limpido fonte, che indi in varie case per uso degli habitanti si dirama. S’erge con egual magnificenza, e vaghezza: il Palazzo, parte da Monsignor’Illustrissimo Governatore, parte dall’Illustrissimo Confaloniere, e Magistrato habitato. Il sito è posto nel più alto della Città tutto isolato: onde gode liberamente de’quattro venti a piacere degli habitatori: domina non solo la Città: ma anche la Campagna, particolarmente verso levante, e tramontana.

lunedì 24 agosto 2015

MODI DI DIRE REATINI

Così, ironicamente, viene fatto notare a chi, incappato in una situazione difficile, sta facendo ricorso alla dialettica più convincente al fine di perorare la propria causa o di discolparsi di qualche addebito.
da "Modi di dire reatini di ieri, di oggi" a cura di Sofonisba Antonetti

martedì 18 agosto 2015

DESCRITTIONE DELLA CITTÀ DI RIETI

di Pompeo Angelotti (1635)

 

 

Capo IV

 

A QUELL'ANTICA E BELLA


Tre cose (à mio parere) rendon vaga, e bella una Città. La prima si è il sito, nel quale è fabricata con opportuni edifici; la seconda, la salubrità dell’aria, e l’abbondanza de’viveri; la terza, la moltitudine degli habitanti, e le buone qualità di essi. …

lunedì 17 agosto 2015

MODI DI DIRE REATINI




Un modo di dire, questo, ormai in disuso. Si diceva a chi non si sarebbe potuto sottrarre, in alcun modo, ad una sorte segnata: una malattia che non lasciava scampo, un problema grave senza soluzione, ma anche rivolto a chi, avendo commesso un reato, si sapeva che, di certo, non sarebbe scampato ad una giusta condanna e quindi niente e nessuno avrebbe potuto salvarlo, nemmeno, per paradosso, un intervento di Baroni.

martedì 11 agosto 2015

DESCRITTIONE DELLA CITTÀ DI RIETI

di Pompeo Angelotti  (1635) - Terza parte

 

… Assio Eques Reatinus e Senatore romano, possedeva una delitiosissima Villa, al pari di quella di Lucullo: come anch’oggi si può ricavare dai suoi vestigi, che vi si veggono, e chiamansi al presente tutte quelle vaste rovine, Grotte di San Nicolò. Era la grandezza di dugento giunte: e quivi passava tutta l’estate, come facevano molti nobilissimi Romani: del che sono chiari segni gli antichi marmi, che nelle nostre campagne si ritrovano.

lunedì 10 agosto 2015

MODI DI DIRE REATINI


Ho vissuto più anni di quanti me ne rimangono da vivere.
È il modo di concludere il ragionamento da parte di una persona avanti negli anni, per mettere in evidenza il differente impegno che la vita richiede ad un giovane e ad un anziano e anche il rassegnato modo di porsi davanti ad un evento doloroso.

da "Modi di dire reatini di ieri, di oggi" a cura di Sofonisba Antonetti