Un modo di dire, questo, ormai in disuso. Si diceva a chi
non si sarebbe potuto sottrarre, in alcun modo, ad una sorte segnata: una
malattia che non lasciava scampo, un problema grave senza soluzione, ma anche
rivolto a chi, avendo commesso un reato, si sapeva che, di certo, non sarebbe
scampato ad una giusta condanna e quindi niente e nessuno avrebbe potuto
salvarlo, nemmeno, per paradosso, un intervento di Baroni.
Luigi Baroni, noto chirurgo reatino, scomparso ormai da alcuni anni, primario del reparto di Chirurgia dell’Ospedale di Rieti, era stimato e amato dal popolo per la sua grande perizia che l’aveva fatto conoscere e apprezzare anche a livello nazionale.
Uomo di grandi qualità morali e umane, era soprattutto famoso per l’alta competenza nel campo della chirurgia e per le sue esatte diagnosi che, pur senza l’ausilio di mezzi tecnici di alta precisione, di cui oggi la medicina si avvale, non ammettevano alcuna ombra di dubbio.
Se Baroni formulava una diagnosi quella era, senza ulteriori discussioni. Ma erano i suoi interventi che sapevano del miracoloso, poiché anche i più difficili avevano sempre esito felice. Da qui il odo di dire.
Luigi Baroni, noto chirurgo reatino, scomparso ormai da alcuni anni, primario del reparto di Chirurgia dell’Ospedale di Rieti, era stimato e amato dal popolo per la sua grande perizia che l’aveva fatto conoscere e apprezzare anche a livello nazionale.
Uomo di grandi qualità morali e umane, era soprattutto famoso per l’alta competenza nel campo della chirurgia e per le sue esatte diagnosi che, pur senza l’ausilio di mezzi tecnici di alta precisione, di cui oggi la medicina si avvale, non ammettevano alcuna ombra di dubbio.
Se Baroni formulava una diagnosi quella era, senza ulteriori discussioni. Ma erano i suoi interventi che sapevano del miracoloso, poiché anche i più difficili avevano sempre esito felice. Da qui il odo di dire.
Da “Modi di dire
reatini di ieri, di oggi” a cura di Sofonisba Antonetti
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