di Pompeo Angelotti (1635)
Capo IV
A QUELL'ANTICA E BELLA
Tre cose (à mio parere) rendon
vaga, e bella una Città. La prima si è il sito, nel quale è fabricata con
opportuni edifici; la seconda, la salubrità dell’aria, e l’abbondanza
de’viveri; la terza, la moltitudine degli habitanti, e le buone qualità di
essi. …
…si, per essere stata sempre
abbellita di due nobilissime vie, Salaria e Nomentana, per la magnificenza, e
per la comodità celebri. Ma se più da vicino vogliamo rimirar’il suo sito; a
prima vista nello scender da sublimi Colli, nella Via hoggi detta Romana, dal
Mezodi, over’Austro (vento del sud n.d.a.) che vogliam dire nel primo ingresso
de’suoi confini à man destra corre il fiume Turano, così nomato dal luogo della
sua origine: picciolo in vero, e piacevole di sua natura, se dall’acque del
Cielo, che raccoglie, non venisse alle volte riempito con qualche danno delle
vicine Campagne, la quale però con abbondante pescagione di varie forme di
ottimi pesci ricompensa. …
… Dalla sinistra s’inalzano per
un tratto amene colline, le quali con serpolli, e altr’herbe odorifere, rendon
più saporite le carni degli armenti, che dalla Puglia in esse a bello studio a
pascolar si conducono. …
… Il suolo poi è da biade, e
legumi, e da melloni, e guadi, e altri salutevoli herbaggi distinto in modo,
che parte nell’estate verdeggia, parte vagamente biondeggia: sicché, mentre
l’occhio di tal vista si pasce; alla porta del Borgo detta Romana s’arriva.
Qui, passato il ponte del fosso, ch’il Borgo con un ramo del Velino circonda,
tutti questi contorni nel 1557 essendo Pontefice Paolo IV furono buttati a
terra, per render più forte Rieti, che in quel tempo temeva de’Regnicoli, e del
Duca d’Alba. Tutto ciò fu fatto per consiglio de’Signori Giulio Bufalino, e
Bernardino Savelli.
Si veggono diverse officine
d’artisti da una parte, dall’altra per lo più habitationi d’agricoltori.
Racchiude in se il Borgo la Chiesa di S. Cecilia Collegiata, una nuova Chiesa
del 1634 da’fondamenti inalzata, e dedicata alla Regina de’Cieli sott’il titolo
della Madonna del Soccorso, verso la quale sono due porte. Una di esse guida
alla Badia di S. Salvatore, e a suoi Castelli … L’altra porta conduce a S.
Antonio al Monte, Chiesa e Convento principale de padri Riformati di S.
Francesco, nobilitata e illustrata co’venerabili Corpi del Beato Rainaldo
Reatino, del Beato Angelo da Monte Leone, e di molti altri Beati. Qui è
un’antica Libraria manuscritta, e una provista Spetieria, che perciò è rifugio
di tutt’i convicini infermi della Francescana Religione Osservante: e ornata di
giardini, vaghi boschetti, e di limpide fontane, ch’insieme spirano divotione,
e ricreatione.
Ma, ritornando alla Porta, detta
di Ponte, per esser fabricata sopra’l Ponte del fiume Velino: sopra questa
Porta, e controporta, s’inalza una smisurata torre¹ per sua difesa, a
dirittura per lunga strada, parte di pietre, e parte di mattoni lastricata,
sostenuta da solidissimi Archi: insensibilmente s’ascende alla piazza, e al
palazzo del Magistrato, ma, avanti a salire, se passato il Ponte volgerai alla
destra; la via ti condurrà, dopo molte case di particolari, alla Chiesa di S.
Francesco, de’Minori Conventuali, di non picciola grandezza, e con la Croce
Gothica, Hospitale in que’tempi molto famoso: poi fu dedicata al Patriarca S.
Francesco, come a vivo ritratto del Crocefisso, e da quei Reverendi Padri
l’anno passato ristorata del pavimento rialzato per liberarla dall’inondationi
del fiume Velino, ch’annualmente detta Chiesa dannificava. Si veggon in essa
molte Cappelle vagamente adorne: particolarmente quello della Santissima
Natività, della Concettione, di S. Antonio di Padova, di S. Bernardino da
Siena, e del Sagro Cordone. Ma più d’ogn’altra cosa è riguardevole il
venerabile Corpo del Beato Thomasso Fiorentino, compagno già di S. Bernardino:
Corpo veramente celeste, poiché dopo tanti secoli, quantunque dalle frequenti
inondationi humettati; intero tuttavia si conserva. … Non m’affaticherò a
ridire le Sacre Reliquie, ch’in questa Chiesa si serbano, né a descriver
l’ampiezza del vasto Convento.
Ma rivolgendomi al Ponte,
piegando alla sinistra, oltre gli edifici de’particolari Gentil’huomini, e
Cittadini, ritroveremo la Chiesa di San Nicolò, Parochia, S. Lucia Monastero
dell’Ordine di S. Chiara, di rara osservanza: poco più in dentro la Chiesa
della Madonna del Pianto, Confraternità assai nobile: e nello stesso tratto
inispaziosa piazza la Chiesa della Venerabil Confraternità di San Pietro
Martire, ricca, e numerosa di Confrati. Chiamansi tutte queste contrade con un
vocabolo le Valli, stando nella più bassa pendice della Città.
Fine prima parte
« Hoc opus factum fuit tempore nobilis et potentes militis D. Rolandini Gallusii D. Bon. Pont. regentis »
https://it.wikipedia.org/wiki/Ponte_romano_di_Rieti
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