Ponte di Santa Lucia |
Nel 2009, nei pressi di Via delle
Mimose, durante gli scavi per il riassetto stradale, vennero rinvenuti i resti
dell’antico ponte di Santa Lucia.
Il quartiere, oggi detto San
Nicola, era la contrada nota come le
Valli, sita alle pendici più basse della città.
Il tessuto urbano si forma in età medievale, con edifici pubblici e privati legati alle attività del porto fluviale e allo stoccaggio delle merci nei magazzini; era, inoltre, caratterizzata da un’ampia area coltivata e da mulini che sfruttavano l’energia del fiume. Ma la caratteristica peculiare della contrada era il canale artificiale che si dipartiva dal Velino andando a formare un’isola artificiale detta Yscla o Iscla. Per attraversare questo canale, a tratti molto profondo, fu costruito, agli inizi del 1300, un solido ponte fatto di pietra e mattoni, descritto con due campate di circa 8 metri l’una, di lunghezza complessiva di circa 20 metri e largo circa 4. Su una sponda aveva una porta con una inferriata che veniva chiusa ogni sera e in caso di assedio.
La storia di Rieti è anche la
storia del suo fiume. I vecchi documenti testimoniano di leggi ferree per la
difesa igienico – sanitaria delle acque fluviali, punendo severamente chi
inquinava le acque; per assicurare la difesa della città erano puniti anche
coloro che venivano sopresi a navigare il fiume durante le ore notturne, dato
che il Velino fungeva da barriera naturale che si congiungeva alle mura di
cinta.
Il piano regolatore del 1941,
realizzato da G. Battistrada, in un programma di riqualificazione urbana dove
viene proposto il prosciugamento del canale detto Fiume dei Nobili, e l’area fu
destinata a zona residenziale con la costruzione di qualche casa signorile. La
guerra arrestò il progetto e, solo negli anni ’50 si provvide a terminarlo.
Scavi del 2009 |
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