Presso la biblioteca Nazionale di
Vienna è conservata la Tavola Peutingeriana, l’unica carta stradale (itineraria) dell’impero romano, giunta
fino a noi grazie ad una copia di epoca medievale del XII secolo.
In essa è rappresentato tutto il
mondo conosciuto e conquistato da Roma. Essa fu rinvenuta nel 1507 dal
bibliotecario dell’Imperatore Massimiliano I, Konrad Celtes, e deve il suo nome
al cancelliere Konrad Peutinger.
La tavola è un rotolo di
pergamena lunga circa 7 metri e alta 34 centimetri, composta da 11 segmenta cuciti fra loro (è andata
perduta solo parte in cui era rappresentato l’estremo occidente dell’impero:
gran parte della penisola iberica e della Britannia). Oggi i segmenta sono
stati scuciti per una migliore conservazione.
Sono rappresentate oltre l’Europa, l’Asia e l’Africa anche le regioni orientali oltre i confini dell’impero: India, Birmania, Isola di Ceylon, Maldive e Cina).
Sono rappresentate oltre l’Europa, l’Asia e l’Africa anche le regioni orientali oltre i confini dell’impero: India, Birmania, Isola di Ceylon, Maldive e Cina).
Le dimensioni della carta erano
dovute all’esigenza dei viaggiatori, militari o commercianti, di poterla
trasportare con se, ma anche al fatto che essa non era una proiezione
cartografica, bensì una carta stradale, quindi lo sviluppo orizzontale si
basava su una linea orizzontale sulla quale schiacciare e allungare i punti di
riferimento geografici, senza il rispetto di proporzioni e distanze.
Anche le caratteristiche fisiche
non importanti ai fini stradali non erano rappresentati in proporzione (mari,
catene montuose, deserti, foreste, etc.…), ma erano segnalate tutte quelle
informazioni utili nel sistema viario (stazioni di posta, centri importanti …)
altri elementi erano rappresentati in modo schematico (guado di un fiume, passo
di montagna). Erano indicate le distanze: in miglia romane o in leghe (per la
Gallia) o in parasanghe (per l’oriente), le informazioni “turistiche”: città,
centri termali, osterie …).
Anche i colori usati servivano ad
una più semplice consultazione: in giallo la terra, in nero i contorni e le
iscrizioni, in rosso i tracciati delle strade statali (cursus publicus), in verde – blu i mari, laghi e fiumi, in grigio –
giallo – rosa le montagne.
La datazione dell’originale, ipotizzata dagli esperti,
oscilla tra III e IV secolo d.C., anche se non si escludono aggiunte posteriori
(VII – IX d.C.), ne elementi più antichi anche di età augustea.
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