La via Salaria è una delle vie consolari romane e va da Roma
a Porto D’Ascoli.
Il suo nome deriva dalla suo utilizzo: il trasporto del sale dal Campus salinarium a Fiumicino e Maccarese (le altre vie consolari prendevano nome dal console che la fece costruire).
Il suo nome deriva dalla suo utilizzo: il trasporto del sale dal Campus salinarium a Fiumicino e Maccarese (le altre vie consolari prendevano nome dal console che la fece costruire).
La via Campana dalla foce raggiungeva, seguendo la riva destra del fiume, lo strategico guado nei pressi dell’isola Tiberina, mentre la via Salaria partiva dal guado del Tevere fino in Sabina, una era il prolungamento dell’altra.
La Salaria usciva da Roma dalle mura aureliane, attraverso
la Porta Salaria e, costeggiando Antemnae
(un insediamento sabino; oggi l’area è chiamata Villa Ada), si addentrava nel
territorio sabino. Attraversato l’Aniene con il Ponte Salario, si giungeva ai colli
di Fidenae per proseguire verso Septem balnea (Settebagni). Superata Eretum (presso Monterotondo) raggiungeva
il passo sul torrente Corese vicino Cures
(nei pressi dell’attuale Passo Corese); poi oltrepassava gli abitati nelle vicinanze
degli attuali Borgo Quinzio, Torricella e Poggio San Lorenzo.
Presso Trebula
Mutuesca (Monteleone Sabino) dalla Salaria si staccava la via Cecilia, che
andava verso est scavalcando l’Appennino con il valico di Sella di Corno, per
raggiungere Amiternum e il Passo
delle Capannelle, proseguendo per il paese dei Praetutii (nell’attuale provincia di Teramo) fino nelle vicinanze
di Giulianova.
Una volta superato l’attuale borgo di San Giovanni Reatino,
la Salaria, costeggiava il fiume Turano fino a Rieti, dove scavalcava il Velino
raggiungendo il foro tramite un viadotto e attraversando la Porta Romana.
Dal foro
continuava verso est uscendo dalla Porta Interocrina raggiungendo Civitas Ducalis (Cittàducale) e Vicus Reatinus (Cotilia). Quindi attraversava
Vicus Interocrea (dall’osco Interocrium, Antrodoco). Proseguendo verso
nord segue le gole alle pendici del Terminillo e arriva a Posta, il cui nome
deriva dalla sua posizione a metà del tracciato ed usato come stazione di sosta
ed alloggio per i viaggiatori.
Quindi prosegue verso Bacugno e Vicus Phalacrinae (Cittareale), sino al valico di Torrita; da qui scende verso l’altipiano della conca amatriciana e nella valle del Tronto, attraversando Accumoli, Pescara del Tronto, Arquata Terme, per giungere ad Asculum (Ascoli Piceno) ed infine raggiunge l’Adriatico presso Castrum Truentinum (Martinsicuro).
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